Il fine settimana

Alla fine li hanno rilasciati, i compagni arrestati venerdì pomeriggio sotto alle Porte Palatine. Uno già sabato sera, prima ancora dell’udienza di convalida, e l’altro invece domenica. La Stampa di ieri parlava di arresti domiciliari per uno dei due, ma era la solita palla: sono liberi e senza restrizioni.

Ci prenderemo un po’ di spazio, appena ne avremo il tempo, per guardare più da vicino le dissonanze tra le diverse narrazioni che ha avuto questa vicenda dello striscione di fronte al Duomo e quelle tra tutte queste narrazioni (quella questurina, quella giudiziaria e quella giornalistica principalmente) e i fatti avvenuti realmente quel pomeriggio: vorremmo capire infatti se siano dovute solamente alla arroganza disonesta di certi funzionari di polizia e alla scatenata bestialità di personaggi come Massimo Numa e Claudio Laugeri che dopo essersi inventati di sana pianta “scontri” e “assalti” mai avvenuti si sono inventati pure i nomi dei partecipanti a questi scontri e poi ancora i ruoli gerarchici di ciascuno di loro (senza neanche curarsi di verificare se questi nomi fossero in quel momento per lo meno nei dintorni del Duomo oppure invece a farsi gli affari propri in altri angoli della città). Oppure se a determinarle ci sia qualcosa di più ampio e di natura più sociale, che non tocca solo noi e che è ben riassunto dalle parole pronunciate dal Questore alla Festa della Polizia dell’altro giorno: con i rompicoglioni “bisogna lasciare da parte certi formalismi”.

Per il resto, il fine settimana passato è stato colmo di iniziative continue e frenetiche. Sabato mattina il già annunciato presidio contro gli omicidi e le violenze di Stato nei luoghi di reclusione in Piazza della Repubblica si è trasformato in un momento di denuncia anche degli arresti per gli scontri di corso Vercelli e di quelli delle Porte Palatine. Pannelli espositivi, video, interventi al microfono e poi un corteo di una ottantina di persone che fa mezzo giro della piazza per dirigersi poi verso Lostile oramai sgomberato. Tanta la polizia a circondare il presidio, tanta la rabbia, ma anche tanti applausi da quel pezzo di mercato che sa benissimo che cosa siano la violenza e l’arroganza degli uomini in divisa.

Nel pomeriggio, un doppio saluto ai reclusi delle Vallette, con musica, striscioni e slogan. In centocinquanta: un paio d’ora fermi nel consueto spiazzo al capolinea del tram 3 e poi in marcia nei prati che circondano il carcere, dai quali la comunicazione può essere più diretta e reale. Alla fine rimane una grossa scritta sul muro di una cascina là dietro: dalle celle la si vede, ed è un segno che rimarrà.

Domenica, il presidio al Cie. La gente è tanta, e tanti sono gli striscioni. Dal microfono qualcuno improvvisa canzoni in molte lingue diverse e da dentro, per telefono, i reclusi salutano e si raccontano. E sempre domenica, un bel gruppone di studenti riesce ad intrufolarsi tra gli stand della Fiera del Libro. Con i volti coperti da maschere bianche e uno striscione, cercano di intervenire all’incontro “La memoria vista di lato” con Gian Carlo Caselli, per ricordargli la sua responsabilità nell’aver firmato politicamente l’operazione “Rewind” che mandò 13 studenti in galera e 5 agli arresti domiciliari, e ne costrinse più di 20 a firme giornaliere. La Digos, beffata per la terza volta in una settimana, è furiosa, dopo un lungo parapiglia fa schierare la Celere proprio in mezzo alla Fiera.

Vi ricordiamo per concludere i nomi degli arrestati per lo sgombero de Lostile del dieci dicembre. Per scrivere loro, intanto, e per ricordarci insieme che sono ancora là e che in qualche maniera sta anche a noi affrettare la loro liberazione:


Luigi Giani
Luca Germano
Davide Negri

C/o Casa Circondariale Lorusso Cutugno
Via Pianezza, 300
10151 Torino