La vita a Vincennes

Dopo l’evasione e la rivolta del fine settimana scorso, la testimonianza di un recluso del padiglione 1 del Centro per senza-documenti di Vincennes, a Parigi.

quando vincennes non brucia«Questo weekend, tre persone hanno cercato di evadere. Ce n’è uno che si è fatto prendere. E gli sbirri l’hanno massacrato. Sono scappati perché avevano il volo il giorno dopo e sono persone che non hanno più nessuno al loro paese. Hanno perso i contatti con le loro famiglie. Non hanno proprio voglia di rientrare, davvero. È per questo che lo hanno fatto. E poi, il cibo, qui, è della merda, è sporco, è veramente una merda. È davvero dura.

Si sono rifiutati di vedere il medico perché non hanno problemi di salute, penso. Non ce ne fotte un cazzo dei medici. Vogliamo la libertà. Ecco tutto. Quando vai a vedere il medico, ti fa delle domande, per esempio se hai dei problemi, se fuori sei seguiti da un medico, quali medicine prendi. Io, per esempio, fumo molto hashish, non bevo troppo alcool e prendo delle medicine. Il medico mi ha detto: “Ok, le daremo le sue medicine” e poi aspetto, comincio ad essere stressato. Non va bene…

Qui ti danno delle medicine che calmano, che addormentano, e un medicinale che rende pazzi. Ci sono delle persone che non ci sono abituate e appena lo prendono diventano pazzi, non sono più gli stessi. I medicinali che danno più spesso sono valium e rivotril, robe così! Robe che ti fanno uscire di testa. Non sei più lo stesso, dopo, hai la pressione bassa, sei depresso. Per quelli che non sono abituati è pericoloso. Possono poi fare delle sciocchezze. È grave!

Hanno chiesto al gruppo (quelli che poi sono evasi): “Perché non volete vedere il medico?”. Normalmente non è obbligatorio andare dal medico. Quando arrivi, è obbligatorio. Può darsi che ci sono già andati. Che hanno preso delle robe che li hanno fatti stare male. Può darsi che sia per questo. Hanno rifiutato di farlo di nuovo.

Quelli che sono scappati erano stufi di questo posto. Erano qui da trenta giorni o da venticinque. Sempre lo stesso cibo. Ce ne sono che sono dimagriti. Ne hanno perso dei chili con lo stress e tutto. La gente non è abituata a stare qui, e poi con il cibo merdoso! Ce ne sono che hanno visto che il giorno dopo avevano il volo. Ce ne sono che sono impazziti. Ce ne sono anche che si sono suicidati. Hanno preferito morire che ritornare al paese. Perché laggiù non hanno nessuno. Non hanno più parenti. Vanno a morire di fame, laggiù. Te lo dico francamente, qui in Francia almeno si mangia. Se hai fame vai, chessò, dall’esercito della salvezza, che ne so, e mangi. Là, non c’è nulla.

Anche ritornare così, senza niente, senza roba, senza soldi. Davvero, fa male al cuore. Se il tipo ritorna di sua volontà, con i suoi soldi, con la moglie e tutto, o solo con i soldi, ci sta. Ma ritornare così, senza un euro in tasca, niente di niente, la gente lo sfotterà. Se la passerà male, laggiù. Finirà per dare di testa, per ammazzare qualcuno. E finirà la sua vita in galera, questo è certo! È già successo. Ritornare così, senza un soldo, è una miseria. C’è della gente che è qui da quindici anni e tornare così, dall’oggi al domani, è impossibile!

Quando c’è stata l’evasione, la polizia ha avuto grossi rinforzi. Qualcuno si è fatto prendere sull’autostrada. Qualcuno è riuscito a scappare. Gli sbirri correvano dappertutto. Ma è la polizia di qui, quella delle frontiere, che era nel centro. Nessun altro poliziotto è entrato. Per evadere, sono riusciti a rompere un vetro. I vetri, qui, sono infrangibili, non so come abbiano fatto. Sono riusciti a forzare la griglia a poco a poco, e sono scappati. Si sono arrampicati sui reticolati. Si sono fatti male, perché ci sono degli affari che pungono, sui reticolati, ma se ne sono fregati. Volevano scappare e ci sono riusciti. Tre persone sono riuscite a scappare attraverso il vetro, venerdì sera. E sabato anche, è successo qualcosa, ma nell’altro padiglione. Sono degli edifici separati. Cinque persone hanno cercato di scappare e due ci sono riusciti. Venerdì è successo nell’edificio uno e sabato nel due.

Io sono passato in tribunale questa mattina. Mi hanno dato quindici giorni. Sono i primi. Poi, me ne daranno altri. Sono quattro giorni che sono qui. Mi hanno arrestato così per caso. Controllo per la strada, nel 19°, a Parigi. Tornavo dal lavoro. Stavamo parlando, con degli amici, e sono arrivati: “Buona sera signori, controllo d’identità…”. I miei amici avevano i documenti, io no. Mi hanno caricato. Ventiquattrore di fermo di polizia. E voilà!

Sono in Francia da dieci anni. Ho tutte le prove. Ho tutto quello che serve. Sono andato a depositare il mio dossier [per il permesso di soggiorno, NdT] in prefettura. Stavo facendo la richiesta. Ma la sfiga… È la seconda volta che finisco in un centro di detenzione per clandestini. La prima volta, è stato in settembre. A Palaiseau [città a sud-est di Parigi, NdT]. Ho passato quattordici giorni laggiù, poi mi hanno lasciato uscire. Mi hanno dato un foglio dove c’era scritto che dovevo lasciare al più presto il territorio francese, ma non ho avuto il tempo di mettere da parte i soldi per il biglietto. Lavoro in nero. Mi dicevo che dovevo partire per qualche mese, così.

Ho qualche parente in Belgio. Passare qualche mese laggiù, giusto per dimenticare e farmi dimenticare e poi ritornare, fare i fogli, tranquillo. Mi sono detto che magari l’anno prossimo cambierà qualcosa. La mia intimazione a lasciare il territorio francese non servirà più. Ma comunque, in ogni caso sono qui. Sfortunatamente non ho avuto abbastanza tempo.

Qui siamo almeno settanta od ottanta. Siamo in camere da due o quattro persone. È piccolo. I servizi sono fuori. Sono una merda. Puzzano. È una miseria. Non c’è morale. Dimagriamo. Non mangiamo bene. Ci sono persone che fanno lo sciopero della fame. Qui c’è un tipo che sono quindici giorni che non mangia. È dimagrito. Ha perso non quanti chili. Davvero, non mangia più niente. È dimagrito. Giusto fuma e beve caffè. È tutto. Non fa che questo. Gli ho detto: “Smetti”! Mi ha detto: “Me ne sbatto. Devo uscire di qui, non voglio tornare al paese”, ecco tutto… Si fa del male per poter uscire. È dimagrito, cose da pazzi…»

fermeturetention@yahoo.fr

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