Ancora sulle barricate, e oltre

Un’altra giornata di resistenza nella Barriera di Milano a Torino, con picchetti e barricate in via Sesia, via Feletto e via Candia. All’alba di martedì 20 novembre 2012 un centinaio di inquilini e solidali si danno appuntamento davanti alle case sotto sfratto per aspettare l’arrivo degli ufficiali giudiziari e, prima di loro, quello dei furgoni della polizia antisommossa. Come al solito, i cassonetti vengono incatenati e spostati in mezzo alla strada e davanti ai portoni per costruire delle barricate che si aprono solo per lasciar passare i vicini che vanno a lavorare. Striscioni, cartelli e volantini spiegano ai passanti cosa sta succedendo, ma molti lo sanno già, e comunque nessuno si lamenta per il disagio. Intanto, da Borgo San Paolo arriva la notizia di due altri picchetti antisfratto, ben nutriti e determinati.

Verso le 7 tre camionette di polizia e carabinieri parcheggiano in corso Giulio Cesare davanti a via Sesia. La tensione si alza un poco e i resistenti si preparano all’attacco, ma la polizia non interviene. La situazione rimane in stallo e qualcuno per scaldarsi tira qualche calcio a un pallone.

Alle 10 si vedono altre tre camionette passare lungo corso Giulio Cesare verso il centro, e poco dopo arriva la notizia che dall’altra parte della città in via Bonzanigo 16 una ventina di sfrattandi e solidali ha occupato gli uffici dell’Istituto Vendite Giudiziare, l’ente che si occupa di vendere gli immobili pignorati dalle banche. Dopo aver volantinato e megafonato nelle orecchie dei dipendenti le ragioni della loro protesta, i manifestanti vengono infine respinti in strada dalla polizia, e circondati per essere identificati. Per sicurezza, gli uffici dell’Ivg chiudono i battenti. Contemporaneamente in corso Giulio Cesare all’angolo con via Feletto diversi manifestanti bloccano il traffico per una decina di minuti e gli uffici dell’Unicredit, la banca responsabile dei pignoramenti dei tre sfratti di oggi e di molti altri, vengono imbrattati con vernice colorata e scritte. Mentre i dipendenti si chiudono negli uffici, le telecamere di sorveglianza vengono messe fuori uso e i due bancomat vengono presi a martellate. Quando arriva la notizia che all’Ivg i manifestanti sono stati rilasciati, il blocco si scioglie.

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All’una di pomeriggio, ancora nessuna traccia degli ufficiali giudiziari. Per accelerare la conclusione della giornata, i tre sfrattandi più una quindicina di solidali si recano all’Urp degli ufficiali giudiziari, in corso Vittorio Emanuele II presso le ex-Carceri Nuove. Gli uffici sono chiusi al pubblico da mezzogiorno, ma il gruppetto riesce comunque a farsi strada fino al direttore dell’ufficio. Dopo un’ora buona di pressioni, durante la quale gli ufficiali ammettono che oggi la polizia non ha potuto intervenire in forze a causa del gran numero di celerini di turno al servizio serale allo stadio per la partita Juventus-Chelsea, il direttore si convince a firmare i rinvii: tutti a martedì 22 gennaio 2013.

In Barriera dopo un piccolo corteo tra le strade del quartiere, alle tre di pomeriggio le barricate vengono tolte e dopo 8 ore di lotta, ancora una volta, tutti tornano a riposare a casa propria. Anche dai picchetti di Borgo San Paolo arriva la notizia delle proroghe. Ancora una volta, chi ha deciso di resistere non è stato sbattuto fuori casa.