Inaugurazione col fuoco a Milano

I lavori di ristrutturazione nel CIE di via Corelli a Milano erano finiti da due settimane. Capienza ripristinata a 132 posti, nuove sezioni studiate apposta per prevenire proteste, con gli arredi cementati per evitare danneggiamenti, tutto pronto per accogliere i reclusi protagonisti delle rivolte degli ultimi mesi in diversi Centri italiani. I funzionari del Ministero probabilmente credevano di aver previsto tutto, e speravano di poter contare sul Centro milanese per poter risolvere i loro problemi da burocrati gestori della macchina delle espulsioni.  Ma non aveano fatto i conti con i reclusi, che hanno deciso di inaugurare a modo loro la nuova struttura. Sabato pomeriggio e domenica mattina i reclusi hanno iniziato a bruciare materassi e arredamenti. Al momento le notizie sono poche, anche perché nel CIE di Milano il regolamento vieta l’uso dei telefoni cellulari. Le agenzie di stampa non parlano di feriti o arrestati, ma sembra che gli incendi siano stati belli grossi, abbastanza distruttivi da obbligare i vigili del fuoco a dichiarare inagibile un’intera sezione. Due incendi e trenta posti in meno, niente male come inaugurazione.

Aggiornamento 9 settembre. Due intere sezioni dichiarate inagibili, alcuni reclusi arrestati e una cinquantina i trasferiti in altri Centri. Questo il primo bilancio degli incendi dell’ultimo weekend nel CIE di Milano, secondo una nota congiunta di Prefettura e Questura. Un bilancio niente male che darà sicuramente qualche grattacapo ai funzionari del Ministero e turberà non poco la redazione milanese de Il Giornale, che si era affettata a sminuire le ultime proteste definendole «più fumo che arrosto».