Sorvegliati? Una udienza, due appuntamenti e vecchi racconti

 sorvegliati.jpg

Dopo un paio di rinvii, è stata fissata per il prossimo 26 febbraio l’udienza durante la quale il Tribunale di Torino deciderà se sottoporre alla Sorveglianza speciale cinque degli arrestati del 3 giugno per l’inchiesta sulla resistenza agli sfratti.
Non è la prima volta, come ricorderete, che la Sorveglianza speciale viene richiesta contro dei compagni qui in città, e due dei redattori di //Macerie e storie di Torino// sono stati già sottoposti a questa misura di prevenzione cinque anni fa. Per loro la Sorveglianza durò poco più di due mesi giacché i giudici dell’appello stabilirono che i due non avessero ancora maturato abbastanza requisiti da meritarsela; e del resto in quelle settimane le iniziative di denuncia e le pratiche di resistenza che la Questura si illudeva di debellare mettendo fuori gioco i due si infittirono talmente tanto da dimostrare che, in fin dei conti, questurini e giudici stavano perdendo il loro tempo. Oltre che a Torino, proprio in quegli stessi anni, analoghe richieste di Sorveglianza erano state richieste contro dei compagni da altre questure d’Italia, spesso con esiti traballanti. E sono stati forse proprio i risultati complessivamente modesti a convincere giudici e questurini a mettere da parte, allora, quello strumento repressivo.
E in effetti, per un po’ di anni, di richieste di applicazione della Sorveglianza speciale contro i compagni non se ne è più sentito parlare.
Forti anche della riforma delle misure di prevenzione contenuta nel “codice antimafia” del 2011, ora giudici e questurini stanno tornando all’attacco.

Prima qui in città, dove già in estate Rinaudo in persona ha chiesto al Tribunale di sottoporre a quattro anni di Sorveglianza speciale con obbligo di dimora a Torino tre dei redattori di //Macerie// che in quel momento erano in carcere per la retata del 3 giugno per poi estendere la richiesta nei mesi successivi ad altri due compagni, molto conosciuti anche in Valsusa, che pure si trovavano agli arresti per lo stesso motivo. In autunno, invece, sono stati i questori di Varese e di Bologna a muovere i propri passi, chiedendo la Sorveglianza per un compagno il primo e per altri quattro il secondo.
I primi passi di questa nuova piccola ondata di richieste di Sorveglianza sono stati finora incerti, e l’unico procedimento che si è già svolto, quello di Varese, è finito con un clamoroso buco nell’acqua. Vi informeremo man mano di quel che succederà a Bologna e qui da noi e, intanto, vi invitiamo a due appuntamenti.
Giovedì 12 febbraio, alle ore 21, presso la sede di Radio Blackout in via Cecchi 21/a, si terrà una assemblea informativa durante la quale proveremo a tirare un po’ le somme, insieme a chi vorrà partecipare, dei ragionamenti fatti in questi mesi e negli anni passati sull’uso di questo strumento repressivo e sulla minaccia che rappresenta per le lotte sociali se dovesse attecchire ed estendersi.
Sabato 28 febbraio, invece, faremo un presidio in Barriera di Milano, proprio in mezzo alle strade che negli anni passati hanno visto svolgersi le resistenze e le lotte che giudici e questurini, ancora una volta, si illudono di poter fermare con un pugno di misure di prevenzione. L’appuntamento è per le ore 15 in largo Giulio Cesare (dove si intersecano corso Giulio Cesare e corso Palermo, per intenderci).

Per chi volesse rinfrescarsi un po’ la memoria prima della assemblea del 12, eccovi quanto abbian scritto e raccontato sull’argomento dalle colonne di questo blog in questi anni:

2009

2010

2014