Le cattive compagnie

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Poche settimane fa è stata notificata a Chiara una nuova richiesta di applicazione della Sorveglianza Speciale, l’udienza sarà mercoledì 22 febbraio presso il Tribunale di Torino. Già nell’autunno del 2015 la Questura di Teramo aveva ottenuto in primo grado l’applicazione della misura di prevenzione, salvo poi vedersi rispedire tutto al mittente alcuni mesi dopo quando la Corte d’Appello aveva archiviato il procedimento per “incompetenza territoriale”.

Vale la pena infatti ricordare che oltre a una serie di denunce per fatti minori, la maggior parte avvenuti nel torinese, il cuore della richiesta di Sorveglianza verteva sull’episodio dell’attacco al cantiere Tav di Chiomonte del maggio 2013, per il quale Chiara è stata condannata a tre anni e sei mesi. Cogliendo l’indicazione del Tribunale abruzzese la Questura di Torino è allora prontamente tornata alla carica, e a pochi giorni dal rigetto della Corte d’Appello gli uffici di polizia del capoluogo piemontese si sono messi a redigere la “biografia deviante” della compagna. Il corpo del faldone preparato a Torino è sostanzialmente un copia e incolla di quello teramano con quelle minime modifiche e aggiunte che la legge impone per giustificare un’altra richiesta di Sorveglianza Speciale.

Degno di nota, a tal proposito, è un elenco lungo quindici pagine, su una quarantina totali, che riporterebbe i nominativi di tutte le persone che per qualsivoglia motivo sono state fermate durante un controllo insieme a Chiara, a prescindere dalle circostanze del fermo e risalendo anni e anni addietro. Alcune di queste sarebbero persone che in passato sono state sottoposte per dei periodi ad altre misure di prevenzione, soprattutto al foglio di via, mentre per altri è semplicemente riportata la laconica ed enigmatica dicitura di soggetti “con pregiudizi penali contro l’ordine pubblico, la sicurezza e la tranquillità collettiva“. Un lavoro certosino, utile da un lato per mostrare le “brutte frequentazioni” che la compagna si è sempre portata dietro, dall’altro come ponte per ricollegarsi ai presunti motivi di attualità della sua pericolosità sociale. Infatti, a quanto c’è scritto, dall’uscita dai domiciliari per i fatti di Chiomonte, Chiara, durante una gita in montagna, sarebbe stata fermata durante un controllo stradale assieme a due amici con delle pendenze giudiziarie.

La ricerca di elementi che sostengano l’attualità della pericolosità sociale pare sia una faccenda importante per i Pm, dato che a Gennaio dello scorso anno si sono visti rifiutare l’applicazione di quattro sorveglianze proprio perché mancavano degli indizi di reato recenti a carico dei proposti sorvegliati. Può l’attualità riscontrarsi anche in un elemento così inconsistente come le frequentazioni?

La lingua di legno di chi ha redatto il fascicolo descrive fossili. Si presenta un lavoro tanto minuzioso quanto tagliato con l’accetta, la varietà e profondità delle relazioni sono ridotte a delle categorie buone a sostenere la semplice formula algebrica della giurisprudenza positivista: non solo coloro che commettono reati, ma anche coloro che mantengono gli strumenti, le motivazioni – a volte intrinseche, essendo poveri, oppressi, sfruttati, arrabbiati – e il contesto che li porterebbe a delinquere, sono da sorvegliare. Categorie marchiate a fuoco attraverso il tempo e lo spazio, proprio per questo sempre attuali e riproponibili sui banchi di tribunale.