Sullo sgombero dell’Asilo

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La notizia è apparsa nelle scorse settimane, a distanza di qualche giorno l’una dall’altra, da due quotidiani online torinesi. Il primo si occupa prevalentemente di cronaca cittadina, con quei toni scandalistici tanto cari alla nutrita schiera dei giornali reazionari; il secondo è invece una delle voci che, a sinistra, pungola chi governa, in cerca di qualche dialettica contraddizione e ben attenta però a non calcare troppo la mano.

Due degni rappresentati, insomma, di quella pluralità di interessi che spinge o si dichiara perlomeno favorevole allo sgombero dello stabile di via Alessandria 12.

Partendo dall’alto dell’attuale scena politica cittadina, troviamo la giunta Appendino che si sarà sicuramente legata al dito le critiche e contestazioni costanti ricevute dai compagni che frequentano l’Asilo e dalle persone sotto sfratto che si organizzano con loro. Un contrasto netto esplicitato sin da subito, senza quei tentativi di lisciare il pelo alla giunta pentastellata, abbozzati da altre realtà “di movimento” torinesi in maniera più o meno maldestra e strategica, per la sua contrarietà al Tav o per l’attenzione alle periferie sbandierata in campagna elettorale.

Se scendiamo di qualche gradino incontriamo il Partito Democratico, che nel corso degli ultimi anni non ha mai fatto mancare i ringraziamenti a forze dell’ordine e magistratura in occasione delle numerose operazioni repressive contro alcuni compagni, accompagnati dalle richieste di sgombero. Al fianco del Pd troviamo un po’ tutte le forze politiche destrorse tra le quali, per l’impegno profuso, spicca sicuramente Fratelli d’Italia e il suo consigliere Maurizio Marrone.

Uscendo infine dalla Sala Rossa e concentrandoci sulla politica di quartiere, sono numerose le iniziative prese dalla Circoscrizione 7, all’interno della sua costante campagna contro il degrado in Aurora, per richiedere al Comune lo sgombero dell’Asilo e delle altre occupazioni abitative in zona. Nella stessa direzione si muovono poi quei comitati di quartiere moltiplicatisi negli ultimi anni che, con profili progressisti o reazionari, fanno della lotta al degrado e all’illegalità la loro unica ragione di vita. Oltre a chiedere lo sgombero degli edifici abusivamente occupati, queste associazioni si sono fatte più volte promotrici di proposte su come riconvertire questi spazi, con progetti di cui, naturalmente, si sarebbero fatti volentieri gestori.

E non sono le sole. Al di fuori del cortile della politica tout court, ma rimanendo per le strade di Aurora, sono diverse le figure che non vedono l’ora che lo stabile di via Alessandria 12 smetta di essere un luogo in cui ci si organizza per lottare contro quella guerra ai poveri chiamata riqualificazione. Figure che hanno altre idee su cosa potrebbero divenire questi locali. Come Alessandro Baricco e Laura Milani ad esempio, che dirigono rispettivamente la Scuola Holden e lo Iaad (l’Istituto di Arte Applicata e Design che sorge a qualche decina di metri dall’Asilo), e che qualche anno fa, in una lettera indirizzata al Comune, si dichiaravano pronti a farsi carico della gestione dei locali dell’Asilo, una volta che questi fossero stati restituiti … alla comunità.

Al fianco della Iaad sorge poi il Centro Direzionale Nuvola Lavazza che, non ancora ufficialmente inaugurato, sta iniziando a funzionare a pieno regime, e la cui vicinanza all’Asilo preoccupa non poco le autorità cittadine, almeno a giudicare dai blindati della polizia messi a presidiarlo ogni qualvolta nelle vicinanze ci sia una qualche manifestazione di protesta. Blindati che in tante occasioni hanno ben marcato il confine tra il quartiere proletario di ieri, che viene spinto sempre più in là a colpi di sfratti e di retate, e quello smart che si sta estendendo a macchia di leopardo.

Non si riduce certo ai soggetti citati il fronte degli investitori preoccupati dalla presenza dell’Asilo e più che pronti a utilizzarne altrimenti gli spazi. Ed è proprio la mole di denaro che viene e continuerà ad essere investita in quartiere che rende quest’annuncio di sgombero più concreto che in passato.

I grandi investimenti hanno bisogno di tranquillità, di quella violenza di classe a senso unico, di chi sfrutta contro chi è sfruttato, comunemente chiamata normalità. Una normalità contro cui si sono diretti gli sforzi di chi ha frequentato e frequenta tutt’ora i locali di via Alessandria 12. Per contrastare sfratti, retate e la presenza sempre più asfissiante della polizia nelle strade. E poi ancora, allontanandosi un po’ dalle strade di Aurora, per lottare contro le epulsioni e i Cpt, poi Cie e ora Cpr, sostenendo le numerose fughe e rivolte di chi vi era rinchiuso e fornendo a molti di questi uomini ospitalità. Altri sforzi hanno tentato quindi di scalfire le mura di quella discarica sociale che è il carcere, anche a partire dall’esperienza diretta di molti compagni che a più riprese vi sono stati rinchiusi in questi anni.

L’obiettivo di tutte le lotte e iniziative sviluppatesi attorno all’Asilo è stato quello di ricacciare indietro questa normalità, assieme a tutti gli uomini e le donne che corrono il rischio di esserne schiacciati.

La minaccia di sgombero dell’Asilo è un pezzo dello scontro di classe che quotidianamente si manifesta nelle strade di Torino. Come sempre continueremo a fare il nostro insieme ai tanti con cui in questi anni abbiamo lottato, discusso e condiviso le nostre vite, da questo lato della barricata.