Più rivolte dentro, più liberi fuori

Presidio per i ribelli di corso Brunelleschi

La rivolta. Il 14 luglio scorso i prigionieri del Centro di identificazione ed espulsione per immigrati senza documenti di corso Brunelleschi a Torino si sono ribellati, distruggendo e incendiando la sezione in cui erano rinchiusi. Al termine della rivolta i danni erano talmente gravi che l’intera sezione, ormai inutilizzabile, è stata evacuata e i trenta ribelli sono stati spostati in un’altra area.

Non solo a Torino. Già altre volte, in passato, il Centro di Torino è stato scosso dalla rabbia dei reclusi: è successo ad agosto e a novembre dell’anno scorso. E non solo a Torino: in tutta Italia e in tutto il mondo i prigionieri nei Centri per immigrati senza permesso di soggiorno si ribellano, evadono e distruggono le prigioni in cui sono rinchiusi.

Due conti. Pare che i costi per il restauro del Centro di Torino si aggirino sui 150mila euro: nulla in confronto agli 11 milioni di euro già spesi per raddoppiare la capienza del Cie (che passerà da 90 a 180 posti). Ma, siccome i lavori di restauro non sono ancora cominciati, grazie alla rivolta di luglio i posti sono attualmente ridotti di un terzo (da 90 a 60). E questa è una buona notizia.

Un esempio. Il 31 agosto la polizia è stata costretta a lasciar andare tre immigrati trovati senza permesso di soggiorno. Li hanno svegliati all’alba in casa loro, in un condominio tra corso Giulio e corso Brescia, ma se la sono cavata con un “foglio di via.” «Siete fortunati – gli hanno detto in Questura – al Centro non c’è più posto.» E chissà quante altre volte è successo: grazie alla rivolta di luglio, quindi, siamo tutti un po’ più liberi.

La vendetta. Verso la fine di agosto, senza che nessuno ne parlasse, 6 reclusi del Centro di Torino sono stati arrestati e ora si trovano nel carcere delle Vallette. La polizia li accusa di essere i responsabili della rivolta del mese precedente. E spera di poterli condannare senza che nessuno faccia niente per impedirlo.

Tocca a noi. Così come i ribelli di corso Brunelleschi hanno aiutato (anche senza volerlo) molti immigrati senza permesso di soggiorno salvandoli dall’arresto e dalla deportazione, adesso tocca a noi restituire loro il favore. Non possiamo lasciarli soli.


Sabato 11 settembre – dalle ore 11.00

Presidio a Porta Palazzo 

Sotto i portici di piazza della Repubblica angolo corso Giulio Cesare

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Sulla rivolta del 14 luglio leggi anche:

Sull’arresto dei sei e sulle ultime retate a Torino:

Leggi pure il magistrale articolo che la Questura ha dettato a Massimo Numa una volta che la notizia dei sei arresti era stata resa pubblica tramite Radio Blackout e non era più possibile nasconderla:

 

Leggimi in lingua francese

 

Turin : plus il y a de révoltes dedans, plus nous sommes libres dehors

La révolte. Le 14 juillet dernier, les prisonniers du centre de rétention pour immigrés sans-papiers de corso Brunelleschi à Turin se sont rebellés, détruisant et incendiant la section où ils étaient enfermés. A la fin de révolte, les dégâts étaient si graves, que toute la section, désormais inutilisable, a été évacuée et que trente rebelles ont été déplacés dans une autre zone.

Pas seulement à Turin. Plusieurs fois par le passé, le centre de Turin a été secoué par la rage des enfermés : c’est arrivé en août et en novembre l’année dernière. mais pas seulement à Turin : dans toute l’Italie et le monde entier, les prisonniers des centres pour immigrés sans permis de séjour se rebellent, s’évadent et détruisent les prisons où ils sont enfermés.

Deux comptes. Il paraît que les coûts pour la réfection du centre de Turin tournent autour de 150 000 euros : rien, par rapport aux 11 millions d’euros déjà dépensés pour doubler la capacité du centre (qui passera de 90 à 180 places). Mais comme les travaux de réfection n’ont pas encore commencé, grâce à la révolte de juillet, les places sont actuellement réduites à un tiers (de 90 à 60). Et ça, c’est une bonne nouvelle.

Un exemple. Le 31 août, la police a été contrainte de relâcher trois immigrés sans permis de séjour. Ils ont été réveillés à l’aube chez eux lors d’une descente, dans un immeuble entre croso Giulio et corso Brescia, mais s’en sont tirés avec une “feuille d’expulsion”. “Vous avez de la chance – leur ont-ils dit au commissariat- il n’y a plus de places au centre de rétention”. Et qui sait combien de fois c’est déjà arrivé : grâce à la révolte de juillet, nous sommes tous un peu plus libres.

La vengeance. Vers fin août, sans que personne n’en parle, 6 retenus du centre de Turin ont été incarcérés et se trouvent à présent dans la prison des Vallette. Les flics les accusent d’être les responsables de la révolte du mois précédent. Ils espèrent pouvoir les condamner sans que personne ne fasse rien pour les en empêcher.

A nous. Tout comme les rebelles de corso Brunelleschi ont aidé (même sans le vouloir) de nombreux immigrés sans permis de séjour en les sauvant de l’incarcération en centre et de la déportation, c’est à notre tour de leur rendre service. On ne peut pas les laisser seuls.

 

Samedi 11 septembre à 11h
Rassemblement à Porta Palazzo
Sous les arcades de place della Repubblica, à l’angle avec corso Giulio Cesare

 

Traduzione da Cettesemaine