Un pugno nell’occhio

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A Porta Palazzo le trasformazioni del quartiere viaggiano veloci. Già vi avevamo raccontato dello spostamento del mercato abusivo della domenica all’ex Scalo Vanchiglia e del repulisti del Balon, il tradizionale mercato delle pulci che si svolge il sabato tra le vie di Porta Palazzo. Ma per infiocchettare e riqualificare una zona non basta cacciare abusivi, clandestini e spacciatori, è necessario anche liberare quegli spazi e quelle case sottratte alla legalità e al controllo della polizia. E così sotto attacco finiscono anche le case occupate come quella di via Lanino, pugno nell’occhio per i nuovi avventori di queste vie, incastrata tra mobilieri, antiquari e i localini nati da poco che hanno trovato clientela stabile anche tra i giovani frequentatori della scuola Holden.

Spesso però capita che chi occupa una casa sia anche disposto a difenderla.

Questo il volantino che è stato distribuito nei giorni scorsi ai vicini di via Lanino e a chi è solito attraversare queste strade.

Contro la riqualificazione del quartiere: difendiamo le nostre case, riprendiamoci le strade

Nelle ultime settimane polizia e creditori si aggirano nei dintorni della casa occupata di via Lanino con l’intento, sembra, di preparare uno sgombero.
La casa, abbandonata per diversi anni prima di essere fatta rivivere dagli attuali abitanti, è di proprietà di un privato andato in fallimento. Chi ne fa le veci, dopo averne tentato più volte la vendita tramite asta, senza successo, sollecita nuovamente la questura allo sgombero, nella speranza di calmare i creditori che vogliono rientrare del debito contratto.
L’occupazione di questa casa, avvenuta quasi tre anni fa e nata dall’esigenza di diverse persone di trovare un tetto, è stato il punto di partenza di diverse occupazioni a scopo abitativo in Barriera di Milano e Borgo Aurora e ha visto muovere i primi passi della lotta agli sfratti che da anni interessa queste zone.
Gli sgomberi delle case in questo quartiere non sono legati solo agli interessi di singoli privati che vogliono rientrare in possesso delle loro proprietà ma si inseriscono in un più ampio progetto di “riqualificazione” di Porta Palazzo, quartiere centrale, considerato “degradato” e perciò da ripulire. Il progetto vorrebbe trasformare il volto di queste strade spostando gli abitanti che lo popolano in zone periferiche della città e favorendo l’insediarsi di nuovi abitanti dal portafoglio più colmo. Questa trasformazione è già evidente negli sfratti sempre più numerosi, nelle retate che quotidianamente vengono eseguite dalla polizia, nella cacciata degli abusivi dal Balon e nello spostamento del tradizionale mercato della domenica in scalo Vanchiglia.
Il Balon, che fino ad ora ha rappresentato un mezzo di sussistenza per i poveri del quartiere e non solo, nei progetti di chi controlla e gestisce la città dovrebbe attrarre nuovi venditori e nuovi clienti per divenire una vetrina della città destinata a turisti e a ricchi annoiati. È quindi necessario fare pulizia della roba vecchia.
Il tentativo di regolarizzazione del Balon ha sempre trovato una forte resistenza proprio in via Lanino anche grazie alla presenza della stessa occupazione e dei suoi abitanti. In questa piccola strada si è provato ad organizzarsi ed alzare un po’ la testa contro chi chiedeva soldi e documenti ai venditori e minacciava l’intervento della polizia.
La recente regolarizzazione degli abusivi di via Lanino e un eventuale sgombero della casa lasceranno un altro pezzetto di quartiere nelle mani di chi vuole trasformarlo e specularci sopra. Ogni forma di resistenza e di difesa degli spazi, siano essi case mercati o strade, è quanto mai necessaria per contrastare un cambiamento che ci vedrebbe altrimenti travolti.
Dal canto nostro cominciamo a mettere in chiaro che da questa casa non ce ne andiamo e che cercheremo di rendere più faticoso possibile lo sgombero a lor signori. A chi ci incrocerà quel giorno, scorgendoci in cima ad un tetto o vedendoci in gruppo a bloccare le strade per infastidire la polizia, l’augurio di sapere da che parte stare.

Alcuni occupanti di via Lanino